Yellow Flags: Quali Questionari Posso Utilizzare?
Nel contesto della valutazione del dolore muscoloscheletrico, le “yellow flags” sono segnali psicosociali che possono indicare un rischio aumentato di disabilità o cronicizzazione del dolore.
In una filosofia di approccio bio-psico-sociale, l’interazione tra il fisioterapista e il paziente è considerata cruciale, soprattutto quando si parla di “bandiere gialle”. Questa interazione consente infatti di esplorare le preoccupazioni e le esperienze personali del paziente, che possono rappresentare sia ostacoli significativi sia possibili risorse per il recupero.
È possibile per il fisioterapista utilizzare anche dei questionari, ovvero degli strumenti validati che cercano di quantificare questi diversi segnali. Tuttavia, è importante evitare una visione eccessivamente riduzionista, simile a quella del modello biomedico, che potrebbe derivare dall’uso esclusivo dei questionari. Pertanto, si consiglia di adottare un approccio che integri apertura, empatia e compassione durante le interazioni anamnestiche e di valutazione. I questionari dovrebbero servire come strumenti complementari piuttosto che come sostituti, poiché è essenziale esplorare l’esperienza unica dei pazienti che non può essere completamente catturata attraverso la quantificazione.
Arrivati a questo punto, è naturale chiedersi: quali scale di valutazione ha a disposizione il fisioterapista per identificare e gestire le “yellow flags”?
Örebro Muscoloskeletal Pain Questionnaire
Quando parliamo di “yellow flags” in ambito clinico, l’Örebro Musculoskeletal Pain Questionnaire (OMPQ) è uno degli strumenti più conosciuti e utilizzati. Creato da Linton e colleghi nel 1998, questo questionario è nato con l’obiettivo di identificare i pazienti con dolore muscoloscheletrico che potrebbero sviluppare disabilità a lungo termine o finire per assentarsi a lungo dal lavoro. Tuttavia, l’OMPQ è utile anche per chi già convive con il dolore cronico, quindi sia in ottica preventiva che di monitoraggio. In poche parole, questo strumento è pensato per aiutare i fisioterapisti a individuare le “yellow flags” psicosociali, quei fattori che sappiamo possono complicare o rallentare il recupero del paziente. In questo modo il questionario, oltre all’aspetto prognostico, fornisce soprattutto delle indicazioni preziose per pianificare il trattamento.
Il fisioterapista può infatti applicare interventi mirati in base alle specifiche esigenze del paziente o adottare un approccio terapeutico multidisciplinare, coinvolgendo altre figure sanitarie, per ridurre il rischio di disabilità a lungo termine legata al dolore o migliorando la gestione del dolore cronico. Nella versione estesa ci sono 21 domande a punteggio (esistono anche versioni ridotte con 10 items) e solitamente può essere completato in 5 minuti dal paziente in autonomia. Questi items ripercorrono in maniera quantitativa alcuni degli elementi descritti nell’acronimo “ABCDEFW” di Gifford.
Le prime 4 domande (in alcuni formati meno) chiedono il nome, la data di infortunio e di nascita, il sesso e la tipologia di impiego. Gli item dal 5 al 7 riguardano la localizzazione del dolore, la durata del dolore e quanto tempo è stato perso dal lavoro negli ultimi 18 mesi a causa di esso. Gli item dal 9 al 12 riguardano la percezione del dolore e le strategie di coping del paziente. (Attitudini e credenze). Gli item 8 e 17 si concentrano sulla percezione che l’individuo ha del proprio lavoro. (Lavoro). Le domande dalla 13 alla 16 riguardano i sentimenti di ansia e depressione e la percezione del persistere del dolore e la probabilità di tornare al lavoro nei prossimi 6 mesi. (Emozioni). Gli item dal 18 al 20 riguardano le convinzioni e i comportamenti evitanti la paura in risposta al dolore (Comportamento) e gli item dal 21 al 25 riguardano le attività della vita quotidiana. Per quanto riguarda l’aspetto prognostico é stato individuato un punteggio di cut-off di 105 per identificare gli individui che guariranno (95% di accuratezza), quelli che non prenderanno altri giorni di malattia nei prossimi sei mesi (81% di accuratezza) e quelli che si assenteranno per malattia a lungo termine (67% di accuratezza).In un’ottica di monitoraggio, è interessante osservare come la risposta del paziente con dolore cronico possa variare nel tempo. Ad esempio, rispetto a domande come “un aumento del dolore è un’indicazione che mi suggerisce di interrompere l’attività finché il dolore non diminuisce” o “l’attività fisica peggiora il mio dolore”, si può valutare come il paziente considera queste affermazioni nel corso delle sedute.
OSPRO-YF ed altri questionari
Un questionario creato specificamente per individuare in maniera multidimensionale le yellow flags é: l’ OSPRO-YF. Si tratta di uno strumento conciso e di rapido utilizzo composto da 17 item, sulla base di 3 domini: “negative mood”, “fear avoidance” e “positive coping”. Questo questionario offre una panoramica completa sulle principali yellow flags che il paziente può presentare. Ha dimostrato un’elevata accuratezza (85%) e una buona validità di utilizzo in tutte le regioni anatomiche. Per la sua costruzione sono stati utilizzati dieci questionari validati più specifici, che si possono utilizzare a loro volta in un secondo momento se voglio approfondire più nel dettaglio un aspetto rilevante per il paziente. Ad esempio, nella categoria “ fear avoidance” é possibile indagare più dettagliatamente la kinesiofobia con la Tampa scale, la catastrofizzazione del dolore con la Pcs, e la fear avoidance nei pazienti con LBP (low back pain) con la FABQ. Per quanto riguarda invece la categoria della resilienza del paziente “positive affect/coping” si può utilizzare ad esempio la PSEQ per valutare la self efficacy del paziente e la CPAQ per l’accettazione del dolore cronico.
Quando si utilizzano questi questionari, sia singolarmente che in combinazione, è importante, come abbiamo già detto, integrarli con un’interazione aperta con il paziente. Questa combinazione può essere la chiave per guidare il percorso riabilitativo, identificando e monitorando nel tempo i fattori critici (sia in modo qualitativo che quantitativo) e personalizzando i trattamenti.
BIBLIOGRAFIA
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Perspectives on the biopsychosocial model – part 2: The shopping basket approach. Louis Gifford MAppSc. BSc. FCSP SRPPublished in : In Touch, The Journal of the Organisation of Chartered Physiotherapists in PrivatePractice. Spring Issue 2002 No 99. Pages: 11-22
Articolo scritto in collaborazione con Lorenzo Deretti