Post-Laurea: Vi racconto la mia esperienza

INTRODUZIONE

La cerimonia di laurea è un evento grandioso in cui dimostrare di che “pasta” siamo fatti; una giornata di festa da godersi momento per momento. Per tutti gli atenei italiani il giorno di laurea per il corso in Fisioterapia si articola in due diverse prove: l’esame abilitante, atto a dimostrare le capacità pratiche e di ragionamento nell’affrontare un caso clinico e, qualora venisse superato, l’abilità di discutere e difendere il proprio argomento di tesi.

È giusto festeggiare con amici, familiari e parenti stretti il raggiungimento di una tappa così importante per la nostra vita; con leggerezza, senza farsi troppe domande.

Prima o poi però ecco la fatidica domanda: e adesso?

Finiti i festeggiamenti siamo chiamati a decidere il da farsi: la laurea in fisioterapia essendo abilitante, consente di poter esercitare la professione già da dopo la laurea. Allo stesso modo, consente fin da subito di poter proseguire gli studi con master oppure con una laurea magistrale.

La maggior parte dei neolaureati sceglie di iniziare subito a lavorare, sia per fare esperienza sia per iniziare ad essere indipendenti sul piano economico.

In questa fase ci si sente un po’ smarriti, sia per l’incertezza sul futuro e le idee ancora troppo poco chiare che per la poca conoscenza del mondo del lavoro.

L’iscrizione all’ordine

La procedura e i tempi possono richiedere del tempo, perciò, si consiglia di iniziare sin da subito dopo la laurea.

Per chi inizia a lavorare il primo step consiste nell’iscrizione all’ordine di riferimento, ovvero FNOFI. Una volta iscritti, si è a tutti gli effetti Fisioterapisti e abilitati a lavorare, altrimenti si è perseguibili per abuso di professione. È necessario fare l’iscrizione sulla pagina web di FNOFI, dove inizialmente vengono chiesti solamente dati personali.

Molto importante è avere un account di posta certificata (PEC); qualora non si abbia può essere fatta a pagamento su vari siti o anche con l’ordine. Dopodiché, verranno richiesti una serie di documenti da allegare come la carta d’identità e alcune autocertificazioni. Tra questi documenti viene richiesta la certificazione di laurea, rilasciata dall’università qualche settimana dopo la proclamazione. Il costo dell’iscrizione comprende “i diritti di segreteria”, “l’iscrizione” e la “tassa annuale”.  Dopodiché, il consiglio dell’ordine di riferimento ispeziona tutti i documenti e dopo aver approvato l’iscrizione all’albo rilascia il numero di iscrizione identificativo. 

Alla ricerca di un lavoro

Per un fisioterapista esistono principalmente 4 tipi di realtà lavorative: in azienda privata, in studio privato, a domicilio o in azienda pubblica. All’inizio è più facile fare colloqui con gli ambienti privati, le quali solitamente hanno necessità di nuovo personale. Più complicato e meno preferito, almeno inizialmente è il lavoro nel pubblico per cui bisogna affrontare un concorso.

È bene avere un curriculum dove scrivere in poche righe le proprie capacità/abilità; ne esistono vari siti su internet gratuiti.

Non ci si può aspettare di gestire con abile maestria un colloquio di lavoro con chi ha molta più esperienza di te; d’altronde è raro che in ambiente universitario venga insegnato. Tuttavia, bensì sia trascurato è fondamentale: riuscire a dare la migliore immagine di sé stessi ma anche non cadere in domande o questioni “ingannevoli” ci fa ottenere maggiori vantaggi.

Personalmente, data la mia poca dimestichezza su questa nuova esperienza, ho deciso di fare tutti colloqui disponibili, anche per quelle offerte che, almeno inizialmente, non erano poi così allettanti; questo, sia per non trasformare un’opportunità in un’occasione mancata, sia perché consente, a mano a mano di apprendere dai propri errori e migliorare la propria presentazione.

I primi scontri con la burocrazia…

Altra questione è stata scoprire che per le principali offerte lavorative si richiede di essere in possesso della partita iva. In Italia, quando si parla di questo argomento i pareri sono sempre un po’ contrastanti tra loro; c’è chi pensa che si paghino troppe tasse e chi invece la considera “un’opportunità”.

Ero scettico ma allo stesso tempo non avevo la minima idea di cosa si trattasse; perciò, decido di fare una consulenza con un commercialista per saperne di più. Mi viene spiegato un po’ come funzionano: le tasse, il costo della contabilità, l’Inps e l’Inail.

Per quanto sia importante ascoltare i consigli di persone che hanno molti anni di esperienza è bene informarsi anche da persone che lo fanno di lavoro; infatti, l’acquisizione di dati oggettivi mi ha consentito di farmi una propria idea.

Chiaramente, ci sono anche offerte in cui non viene richiesta la p.iva e solitamente, provengono da aziende private o RSA.  Sempre per aver chiare le idee, decido di fare un colloquio con una consulente del lavoro, la quale mi spiega quali sono i miei diritti, doveri e tutto ciò che è importante conoscere prima di firmare un contratto.

L’assicurazione

Avere una copertura assicurativa per un professionista sanitario è obbligatoria; esistono diverse polizze assicurative, una delle quali è ad un prezzo agevolato se iscritti all’albo e consente di ottenere una copertura per quelle strutture come la RSA. Chi ha la p. iva invece deve stipulare un contratto assicurativo che solitamente richiede una polizza ben più costosa.

In poche parole…

È importante ribadire come informarsi da persone esperte sulla burocrazia sul mondo del lavoro sia fondamentale, perché è bene sapere come muoversi fin da subito.

Allo stesso modo uscito dall’università mi sono sentito allo “sbaraglio”, come immagino la maggior parte degli italiani. Non è di certo un passaggio graduale, ti devi arrangiare e anche questo fa sicuramente “le ossa”. Tuttavia, ritengo che l’università dovrebbe comunque impegnarsi a fornire maggiori strumenti per affrontare una realtà ben lontana dalla vita da studente.

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