Nel corso di laurea in Fisioterapia si arrivano a totalizzare circa millecinquecento ore di tirocinio, che rappresentano un terzo dei crediti formativi necessari per conseguire la laurea triennale. È un impegno notevole per gli studenti, se si considera anche la parallela frequenza obbligatoria delle lezioni.
Alcune sedi universitarie alternano periodi di lezioni a periodi di tirocinio, mentre altre dedicano la mattina al tirocinio e il pomeriggio alle lezioni. In ogni caso, il tirocinio è parte integrante e costante della vita dello studente e vede nei tre anni di studio un graduale aumento del monte ore annuo, in relazione al fatto che aumentano gli obiettivi formativi insieme alla preparazione teorica.
Indossare la divisa per la prima volta è una grande emozione che fa capire come ci si trovi a metà della strada che porta verso il diventare dei professionisti sanitari: si comincia mettendosi letteralmente nei loro panni! Provare sulla propria pelle cosa significa indossare una divisa – in termini di aspettative e fiducia riposte da parte dei pazienti e responsabilità percepite che ne derivano – è la prima esperienza da maturare. Ricevere anche una semplice richiesta di informazioni acquista un peso totalmente diverso quando si è in divisa e si rappresenta un ente, pubblico o privato che sia.
La puntualità, il rispetto degli impegni presi e la precisione nell’esecuzione delle indicazioni ricevute sono sicuramente le prime capacità da acquisire, insieme alla comprensione delle norme igienico-sanitarie che ovviamente sono alla base della sicurezza dell’ambiente lavorativo.
Quanto ci sentiremo coinvolti nel tirocinio dipenderà molto dai nostri Tutor, ma anche da quanto saremo bravi a inserirci nel contesto: non prima di avere osservato e compreso le dinamiche della struttura nella quale si opera. È prioritario informarsi sulle regole e sulle procedure adottate (ancor prima di concentrarsi sulla parte fisioterapica) per riuscire a integrarsi con armonia agli altri sanitari.
Avremo l’opportunità di osservare, ascoltare, apprendere per imitazione e interiorizzare comportamenti, la maggior parte dei quali assorbiremo senza rendercene conto; un insieme di abitudini, gesti e frasi che diventeranno familiari. È molto importante quindi riportare all’attenzione cosciente ogni piccolo gesto o frase per capirne il significato e l’importanza, assumendo verso di essi un punto di vista anche critico e confrontando ogni esperienza pratica con quello che si è appreso teoricamente durante le lezioni. Fondamentale in questa ottica è restare in pari con gli esami perché solo così cresceremo nel tirocinio: avendo uno sguardo sempre più profondo delle cose e con la capacità di formulare domande sempre più pertinenti al nostro Tutor.
La curiosità e la voglia di conoscere devono guidare sempre lo studente ad approfondire continuamente ogni esperienza vissuta a tirocinio cercando riscontri sulle fonti opportune. Anche dal punto di vista emotivo, il tirocinio rappresenta una prova: obbliga a confrontarsi – a volte per la prima volta – con la sofferenza, con le reazioni al dolore e alla malattia dei pazienti e dei loro familiari e allo stesso tempo con gli stati d’animo propri e degli altri sanitari.
Il tirocinio offre un’esperienza varia per quanto riguarda la tipologia dei pazienti ma anche rispetto al contesto sanitario: si andrà a conoscere la realtà ospedaliera ma anche quella degli studi privati e delle Rsa, tutti ambiti in cui il fisioterapista per legge può operare in autonomia. Il suo ruolo assume però in ogni contesto sfumature diverse che vanno percepite, così come si deve notare la diversa modalità di collaborazione con gli altri professionisti nei vari contesti.
Oltre alle abilità di ragionamento clinico e alla messa in pratica delle conoscenze teoriche, la capacità forse più importante e anche difficile da apprendere in tirocinio è la comunicazione assertiva e professionale che dovrà caratterizzare ogni rapporto con il paziente, con i colleghi e con gli altri sanitari.
Imparare durante il tirocinio a discernere le buone e le cattive modalità di comunicazione e fare propri gli atteggiamenti e le tecniche per comunicare in maniera efficace, sia verbalmente che non verbalmente, è un nodo cruciale per il futuro svolgimento della professione. Imparare a fare passare il messaggio in maniera chiara ed esplicita è una cosa che può sembrare scontata ma non lo è e richiede lo sviluppo di doti comunicative e non certo dell’uso della comunicazione spontanea.
Il mio personale consiglio è di non perdere nessuna occasione durante il tirocinio: ci saranno situazioni e contesti migliori e alcuni meno accattivanti rispetto alle proprie preferenze, ma c’è da imparare veramente sempre!
Anche se risulta faticoso conciliare il tirocinio con lo studio, le lezioni e la vita personale, bisogna cercare di viverlo nella maniera più totalizzante perché sviluppare un ragionamento critico e mettere in relazione e comparazione tutte le esperienze è ciò che permetterà di crescere e formare la propria identità come fisioterapisti.
Il percorso universitario è breve e ci si ritrova abilitati professionisti autonomi e responsabili in un batter d’occhio; è imperativo avere acquisito delle solide basi anche se poi ci sarà tempo per crescere e continuare la propria formazione.
E voi cosa ne pensate? State facendo o avete fatto tesoro di ogni singola ora del vostro tirocinio?
Articolo scritto in collaborazione con Elisa Tobia