Quando si inizia a frequentare l’università, ci si deve confrontare con un nuovo ambiente e con un sistema totalmente differente rispetto a quello scolastico. È diverso il rapporto che si ha con i professori e soprattutto è profondamente diversa l’organizzazione delle lezioni e l’autonomia (leggi libertà) che si ha nello studio, responsabilità che viene lasciata totalmente nelle mani dello studente fino al giorno dell’esame.
Anche se si è passata una estate a studiare (prima per la maturità e poi per il test di ammissione), bisogna essere consapevoli che per fare fruttare i tre anni di studio del corso di laurea bisogna portare il proprio metodo di studio ad un livello ulteriore. Non esiste una tipologia di studio universalmente migliore e valida per tutti, ma esistono dei punti fermi che sappiamo fare la differenza in termini di aiuto nella memorizzazione e dell’ottimizzazione del tempo dedicato allo studio.
Si parte dalle lezioni: per quanto sia dura – specialmente all’inizio – riuscire a mantenere la concentrazione per ore, è molto utile frequentare e ascoltare bene le lezioni (prendere appunti solo se vi aiuta a seguire, ma non è necessario) e informarsi su quale sia e dove si possa reperire il materiale di studio.
Infatti, il primo passo per aiutare a formare ricordi duraturi è rivedere brevemente la sera stessa o il giorno seguente le tematiche affrontate a lezione tramite appunti o materiale e cercare di capire tutto (o prepararsi domande da fare alla lezione successiva, un professore bravo non sarà che felice di rispondere).
In questo modo si è in grado di seguire meglio le lezioni successive e mentre il programma viene svolto già possiamo formarci una prima impressione sulla materia. Arriva infine il momento in cui si organizza la sessione di studio e si deve iniziare a studiare in maniera assidua.
Chiedere agli studenti che hanno già passato l’esame quali sono gli argomenti più richiesti all’esame aiuta a organizzare lo studio privilegiando per prime le aree e le nozioni più importanti e poi estendendo le proprie conoscenze anche ai dettagli accessori.
Ognuno di noi sviluppa durante la vita scolastica un metodo di studio che risulta valido e che va continuato a seguire; c’è chi ha bisogno di leggere e schematizzare, chi ha bisogno di ascoltare e chi di aiutare la memoria con immagini e video.
È altrettanto vero che ogni persona ha il suo bioritmo e quindi bisogna organizzarsi le ore di studio a seconda delle proprie preferenze e caratteristiche. C’è chi studia meglio la mattina e chi la sera, chi ha bisogno del silenzio assoluto (e allora servono i tappi o la biblioteca) e chi riesce a studiare meglio nella compagnia di un gruppo di studio.
La cosa che vale per tutti è quella di eliminare le distrazioni inutili (il telefono in primis) in maniera efficace e iniziare a studiare seguendo il proprio metodo.
Fare una breve (massimo cinque minuti) pausa ogni trenta/quaranta minuti aiuta sia a mantenere sempre una buona concentrazione sia a sgranchirsi; è bene alzarsi e muoversi prima di riprendere con lo studio, a maggior ragione se si è studenti di Fisioterapia! Due serie di un dato esercizio possono essere la pausa ideale per rilassare la mente e ricaricare le batterie.
Dopo una fase di studio personalizzato e individuale è cruciale la ripetizione in prossimità dell’esame. Si può ripetere da soli, ma la cosa migliore per fare il salto di qualità è ripetere a qualcuno, se poi questo qualcuno è un compagno che sta preparando l’esame meglio ancora. Oltre a capire se si riesce a parlare in modo esaustivo di ogni argomento usando un linguaggio chiaro e preciso, insieme ad un compagno si potrà anche approfondire la comprensione delle cose più difficili e fissarle parlandone insieme.
Cercare di dare gli esami nell’ordine prefissato dal piano di studi permette anche di consolidare le conoscenze perché in qualche modo ogni contenuto di esame si interseca e si continua in un altro. Riuscire a stare al passo con questa connessione e concatenazione agevola l’apprendimento.
Come per ogni attività, l’allenamento migliora le prestazioni e tenersi allenati tutto l’anno allo studio permette di studiare con più facilità e miglior rendimento rispetto allo studiare solo in prossimità delle sessioni.
Lo studio all’ultimo minuto espone a deprivazione di sonno con notevole stress e maggior dispersione di energie mentali e fisiche: prendersi cura di se stessi è il primo passo per poter in futuro prendersi cura degli altri nel modo migliore.
Inoltre, uno studio spalmato su un periodo medio lungo permette di assorbire e ritenere i concetti appresi, formando una memoria a lungo termine che avrà bisogno solo di richiami periodici che la pratica professionale solleciterà.
Non scordiamoci poi che essere un Fisioterapista prevede per legge una formazione continua: avere imparato a studiare permetterà di aggiornarsi senza grande sforzo e alimentare la propria passione anche in mezzo agli impegni lavorativi.
E noi vogliamo diventare professionisti competenti, no?
Articolo scritto in collaborazione con Elisa Tobia