Andrea Panunzi – Storie di Fisioterapisti

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– Una citazione 

“NOSCE TE IPSUM” (“Conosci te stesso”)

– Raccontaci la tua storia

Ciao, sono Andrea Panunzi e sono sempre stato un appassionato di sport.. specialmente degli sport “minori”, a calcio mi piaceva giocarci ma non sono mai stato un tifoso.
Ho praticato nuoto e pallanuoto agonistici sin da piccolo fino a raggiungere discreti livelli.. ed è proprio “grazie” o a causa della pratica agonistica sportiva che nella primavera del 1999 ( all’età di 15 anni ) mio padre, per un problema alla spalla dx, mi portò da un giovane medico che praticava terapia manuale… fu colpo di fulmine!

Lì conobbi la terapia manuale su me stesso e me ne innamorai.. a 15 anni dissi : “io voglio fare questo e lavorare nello sport”. Il “questo” non mi era ben chiaro ancora come farlo o cosa dovessi studiare ma la pietra seppur grezza era lì.
A 18 anni cercai di capire il “come” fare quel “questo” e nel 2002 scelsi di iscrivermi al test di ingresso per Fisioterapia in Sapienza.
Il cdl era giovane con il senno di poi posso dire anche azzardato, ma fu la scelta giusta.
Nel 2003 entrai al primo tentativo presso il S.Camillo di Roma, durante i 3 anni di corso capii cosa era quel “questo” che mi fulminò nel 1999 e quanto ancora avrei dovuto formarmi e studiare per arrivare alla competenze di quel giovane medico che praticava terapia manuale appresa in Francia ed in Inghilterra.
Nel novembre del 2006 mi laureai con lode , e da quel momento non ho mai smesso di formarmi… Master universitari, corsi ECM, laurea magistrale etc.  

 

Appena laureato cominciai a lavorare con una cooperativa di assistenza domiciliare e in un piccolo studio dove praticavo prettamente terapia manuale ed esercizio terapeutico ( per lo meno quel poco che sapevo fare a neanche 23 anni ). Ogni mese mi presentavo a viale Tiziano al palazzo delle Federazione a lasciare il CV a tutte le federazioni del Coni che mi “aprivano”. 

Il 8 settembre 2007 mi recai a Roma per lasciare i CV cartacei ( tipo stalker ) e nel momento che toccò alla FIN si può dire chi mi trovai al momento giusto nel posto giusto.. il collega che doveva partire in trasferta con l’under21 di pallanuoto maschile aveva dato forfait pochi istanti prima che io entrassi.. il medico federale mi guardò e mi disse “te potresti partire? La trasferta ha partenza dopodomani e dura 2 settimane, a Malta.” ed io subito “si certo!”.
Fu una botta di C.. Così iniziò una collaborazione che durò 4 anni e tante esperienze e che terminò per mia scelta nel 2010. Terminò perché nel novembre del 2009 mentre aspettavo che un paziente del CAD tornasse a casa per fare la terapia (era uscito a prendersi un caffè), incontrai il mio vecchio maestro di Taekwondo di quando avevo 6 anni.
All’epoca in cui mi insegnava Taekwondo il maestro era poco più che ventenne, nel 2009 era diventato un affermato medico dello sport e medico Federale della FITA (Fed. Italiana Taekwondo).
Ci scambiammo i numeri e mi disse che se gli fosse servito un Fisioterapista mi avrebbe chiamato.
Pensai che la cosa fosse finita lì, invece tempo 2 settimana mi contattò per una sostituzione a Lisbona per un OPEN.. da quel momento in poi comincia a lavorare, inizialmente saltuariamente e poi a pieno regime con la FITA, tanto che lasciai il lavoro con il CAD e mantenni solo lo studio di terapia manuale. Questa collaborazione durò dal 2009 al 2022.. 50 trasferte estere.. 2 olimpiadi e 2 medaglie d’oro olimpiche. 

Fu per incompatibilità di trasferte che lasciai le collaborazioni con la FIN nel 2010. 

Il fatto che mi fece sobbalzare però accadde nel luglio del 2012. Partimmo con la delegazione Italiana per Londra con 2 atleti qualificati ( che fecero un oro e un bronzo) per le Olimpiadi di London 2012.
Una volta arrivati a “casa Italia” nelle palazzine del villaggio olimpico assegnateci, andai a sistemarmi nella casa. Disfatto tutto dissi che sarei andato a fare un giro per il villaggio olimpico e salutai lo staff e atleti. Eravamo al quarto piano, andai a prendere l’ascensore e nel mentre accanto a me si dirigeva un’altra persona con divisa Italia. Nel momento che l’ascensore arrivo alzai lo sguardo e vidi quel “quel giovane medico” che praticava terapia manuale nel 1999 nel paese accanto a quello dove abitavo io.. non era più così giovane ma appena 13 anni dopo era praticamente uguale!
Lui non mi riconobbe ovviamente avevo 15 anni nel 1999 e 28 in quel momento. Mi gelai per qualche secondo poi gli dissi dandogli del tu come si fa in “missione” : “io ti devo ringraziare.. in parte è merito tuo se sono qui oggi!”.


Non racconto il seguito ma come potete immaginare ci fu una lunga chiacchierato con tante risate. Nel 2022 dopo la seconda medaglia d’oro a Tokyo 2020/2021 di un atleta che seguivo in staff all’acqua acetosa di Roma lasciai, a malincuore , la collaborazione… i moventi furono sostanzialmente 2:
Il primo l’avvento della mia seconda figlia che , chiaramente, richiedeva un impegno genitoriale maggiore che avere un figlio solo, e il secondo un possibilità di ampliare lo studio con alcune attività riabilitative nuove. Così chiusi un capitolo della mia vita durato più di 15 anni con un ARRIVEDERCI. 

Il piccolo studio di terapia manuale aperto nel 2007 nel frattempo era diventato un studio Riabilitativo denominato Prometheus di 150m , con 6 stanze e vari professionisti della riabilitazione all’interno, terapie strumentali di ogni tipo, ecoguide, terapie manuali, fisiopalestra etc.
Ad oggi coordino e lavoro direttamente come Fisioterapista e come imprenditore presso lo Studio riabilitativo Prometheus di Bracciano.

– Il tuo contributo nella storia della fisioterapia  

Non so se posso dire di aver dato un contributo, o meglio non ancora.
Quello che sicuramente sostengo tutti i giorni è il rigore con cui bisogna lavorare, la serietà e l’onestà intellettuale verso se stessi, i colleghi e i pazienti.
Ho un progetto che intendo portare nelle sedi FNOFI tra qualche anno, alla prossima tornata di elezione, verte sulla fisioterapia sportiva e credo possa essere di grande aiuto per tanti colleghi che lavorano o che vorrebbero lavorare nello sport. 

– Notizie sparse su di te 

Sono un marito, un padre di 2 bimbe, uno sportivo e “spero” un buon amico. 

– Un messaggio rivolto ai fisioterapisti italiani 

Vorrei dire a tutti i fisioterapisti italiani di credere nella Fisioterapia, di credere nei colleghi e di dare rigore scientifico a quello che si fa.
Possiamo essere MOLTO più forti se coesi!

– C’è una frase alla quale ti ispiri, o che ti ripeti spesso? 

Si, mi ripeto di lasciar andare… di sorridere e di RICORDARMI DI VIVERE.  

– Le tue Tecniche e Tattiche di vita personale preferite? 

Cerco di godermi il mio lavoro, di non attendere il tempo libero ma di rendere tutto il tempo “il mio tempo”. 

– Chi ti viene in mente quanto senti la parola “successo”? 

Mi vengono in mente alcuni colleghi, alcuni atleti, ma farei a “cambio vita” con pochi di loro…
Per me il successo sta nel valore che raggiungiamo, non nella notorietà che abbiamo. 

– I tuoi libri preferiti? 

Non sono un lettore universale bensì molto selettivo.. amo i Faletti e gli Zerocalcare.
Per me leggere significa evadere, anche con leggerezza.

– I corsi che ti hanno cambiato la vita? 

Senza dubbio il corso in terapia manuale e il corso di formazione in osteopatia mi anno dato tanto, ma solo perché molto lunghi e densi.
Ogni corso mi ha dato un pezzo del mosaico che sta componendo la mia persona e il professionista che sono. 

– Quale è stato il motivo per la scelta della professione e cosa alimenta questo motore tutt’oggi?
Ad oggi la passione è alimentata dalla voglia di lasciare qualcosa per chi verrà dopo.
Mi è venuta voglia di dare un senso a questi 18 anni di professione. 

– Come hai aperto il tuo studio? O come hai trovato lavoro? 

Il primo dei 3 studi che ho avuto era una piccola stanza con sala d’attesa e bagno, un “buchetto” quello che bastava… Man mano che le mie competenze aumentavano lo studio si ingrandiva. Ogni passo in avanti è stato un rischio, ma d’altronde senza rischi non si va avanti. Il lavoro nel mondo dello sport è nato per “fortuna” o perseveranza (a seconda del punto di vista), il lavoro al CAD semplicemente mandando un CV e un mail alla Cooperativa del caso.. easy. 

– Ci racconti di più della tua specializzazione? (Neurologico, respiratoria, sportivo, terapista manuale etc.) 

Ad oggi io pratico prettamente terapia manuale, ET, valutazioni e alcune terapia strumentali in ecoguida (mi sono specializzato con un master universitario e tanto tirocinio nella FEG).  Le altre specializzazioni ormai le pratico poco, preferisco delegarle a colleghi collaboratori di studio che hanno preso altra strada. Credo molto nell’esercizio terapeutico abbinato alla terapia manuale “sana” e onesta (quella EBM), ma non sdegno il supporto che ci possono dare le terapie strumentali ben gestite ed eseguite con cognizione di causa. 

– Quanto è importante per te lo stile di vita del paziente? E perché? 

Lo stile di vita di un paziente è, quasi sempre, il fulcro del problema che ci porta in studio. Vi copio la frase che è scritta nel mio studio e sul mio sito web, che racchiude pienamente la risposta a questa domanda :  

“Prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare.” (Ippocrate) 

– Puoi condividere un caso di studio in cui un paziente ha ottenuto successo grazie a un particolare approccio di trattamento? 

Con molti pazienti ho dovuto usare approcci terapeutici particolari e a volte bizzarri pur di farli aderire. Vorrei raccontare un caso simpatico di semplice LBP aspecifico di un uomo di 50 anni. Venne da me per una dolenzia diurna lombare e soprattutto perché la notte si svegliava prono nel letto completamente bloccato con dolore lombare e parestesie agli arti inferiori, tanto che la moglie doveva aiutarlo per girarsi. Fece vari approfondimenti e consulenze ed alla fine arrivammo ad imputare il disturbo notturno semplicemente alla posizione tenuta per troppo tempo a letto, ovvero prono. Abbiamo provato di tutto, ET, postura e terapie farmacologiche fornite dal fisiatra.. di giorno stava meglio e nelle scale di valutazione dava una completa risoluzione del problema, ma la notte nessun miglioramento. Lui durante la notte si girava inconsciamente e il sintomo si riproponeva tutte le notti. Ad una seduta gli chiesi di portarmi un “sopra” di un pigiama vecchio con cui dormiva.. me lo porto. Andai dalla mia sarta e gli feci cucire un bottone da 20 cm di diametro all’altezza dello xifoide. Era un bottone da clown vuoto all’interno e leggero, quando all’incontro successivo gli consegnai il pigiama ci facemmo delle grosse risate. Lo provò la sera stessa e.. non si sveglio prono. L’idea era quello di creargli una “difficoltà” nel mettersi inconsciamente prono ma allo stesso tempo permettergli un sonno normale, la faccio breve , dopo 6 mesi di applicazione di questo pigiama (ed altri ovviamente che si fece fare) si rieducò alla posizione notturna e poté toglierli. Sicuramente su PUBMED non c’è nulla in merito (scherzo ovviamente) ma la riabilitazione è “anche” questo. 

– Oltre all’attività clinica svolgi altre mansioni? O altre professioni? 

Sono un piccolo imprenditore, ovvero nel mio studio gestisco gli spazi e ho accordi con dei collaboratori. Credo in una diversificazione degli introiti. Oltre a “produrre” io direttamente ho creato una network che mi fornisce entrate sotto forma monetaria e/o di scambio di pazienti. 

– Come pensi si possa evolvere la professione in futuro? 

La fisioterapia è in costante evoluzione. Purtroppo non siamo “molto” coesi e di conseguenza andiamo a rilento nelle conquiste professionali.. ma sono convinto che nei prossimi 20 anni il fisioterapista crescerà come competenza e ruolo istituzionale. Questo porterà ad una necessaria specializzazione di area ed a vedere la figura non più in termini “generici” ma specialistici. 

– Come promuovi attivamente il benessere tra i pazienti al di là del periodo di riabilitazione? La frase che dico a “nausea” ai miei pazienti è : “fai attività fisica.. una qualsiasi basta che ti piace!”.

Per me è tutto lì.. sport, attività fisica, movimento.. dal punto di vista cardiovascolare, neuroendocrino, muscolare ecc ecc.. è la medicina preventiva e curativa universale. 

– Puoi raccontare esperienze di collaborazione interprofessionale con altri professionisti sanitari per migliorare i risultati dei pazienti? 

Io lavoro SOLO in collaborazione interprofessionale, difficilmente un paziente passa esclusivamente dalla mie mani. Nella network quotidiana collaboro con un podologo, un biologo nutrizionista, uno chinesiologo scienze motorie, un medico ortopedico, 3 psicologi, una logopedista, un TNPE ed 2 colleghi fisioterapisti. La “squadra” si relaziona dove il paziente ne può beneficiare. Credo molto nella network interprofessionale e ho fortemente voluto crearla nel quotidiano. La laurea magistrale ha rafforzato in me il concetto di “professioni sanitarie della riabilitazione” e l’importanza della conoscenza della professione del collega.. per me è collega ogni professionista del settore riabilitativo, in particolare i professionisti dei cdl L/SNT2 ma anche tutte le figure che partecipano al processo, medico compreso. 

– Come trascorri il tempo libero 

Fino a qualche anno fa praticavo sport, ad oggi sono un marito e un papà di 2 bimbe di 4 e 2 anni.. molto del mio tempo è giustamente assorbito dalla famiglia. Quel “poco” tempo che in questa fase della mia vita mi resta, lo dedico allo sport e alla mia formazione (che è sempre attiva).

– Il giorno più bello della tua vita 

Se questo testo fosse per mia moglie la risposta sarebbe ovviamente il giorno del mio matrimonio.. ma in onestà non è così. Sicuramente il matrimoni è sul “podio” ma subito sotto l’ex aequo dei 2 giorni in cui sono diventato il papà di Ginevra e Penelope.Terzo posto la promozione in serie C della mia squadra di pallanuoto il 28 giugno del 2012.. il giorno della mia laurea prende la medaglia di legno.. indubbiamente importante ma la vita è altro. 

– Chi vuoi ringraziare? 

Ad oggi sono contento di quello che è stato il mio percorso e positivo per quello che verrà.. ringrazio tutte le persone che mi hanno dato un tassello da mettere nel mio mosaico.. Grazie! 

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