LA SCOLIOSI DELL’ADULTO: Caratteristiche principali e opzioni di trattamento

Autore

Paolo Pizzetti

Paolo Pizzetti

Fisioterapista, Docente PGO Institute Post Graduate Osteopathic

LA SCOLIOSI DELL’ADULTO

Caratteristiche principali e opzioni di trattamento.

Il trattamento della scoliosi è sempre stato ricondotto all’età pediatrica e adolescenziale.
Nella storia della medicina, sin da tempi molto antichi, sono infatti numerosi gli esempi di trattamento conservativo, e non, della scoliosi in questo preciso periodo di vita: l’adolescenza.
Fino a non molto tempo fa questa deformazione tridimensionale della colonna, che è la scoliosi, sembrava perdere di interesse clinico una volta raggiunta la maturità scheletrica in quanto si pensava, sbagliando di grosso, che la scoliosi non progredisse più in età adulta.

L’unico elemento di attenzione da parte del mondo medico per le scoliosi degli adulti, era rappresentato da quadri radiologici di instabilità vertebrale, generanti dolore e riduzione delle attività di vita quotidiana, e che classicamente, trovavano soluzione nell’intervento chirurgico.

Con il tempo ed il progredire degli studi in ambito di scoliosi, diversi dati sono stati raccolti e, ad oggi, diverse scelte terapeutiche sono disponibili in alternativa all’intervento chirurgico che può essere ritardato e pensato non come unica soluzione. 

Innanzi tutto è importante, come sempre, inquadrare correttamente il caso clinico.

Per quanto riguarda la scoliosi dell’adulto si parla di due categorie principali:

  • Scoliosi Adolescenziale nell’Adulto (SAA)
  • Scoliosi DE NOVO

Per SAA si intendono quelle scoliosi che hanno esordito durante il periodo adolescenziale (e più in generale durante lo sviluppo osseo) e che, una volta terminata la crescita ossea, sono presenti durante l’età adulta. Proprio queste sono quelle scoliosi che nel passato sono state “ignorate” perché considerate ferme e non più progressive. Falso! Vedremo più avanti perché.

Le scoliosi DE NOVO, sono rappresentate da quelle curvature che si instaurano in età adulta, o comunque a maturazione ossea ultimata, in una colonna vertebrale precedentemente dritta. Generalmente sono scoliosi legate a processi degenerativi come osteoporosi o a fratture vertebrali.

Torniamo alle SAA: “ma quindi le scoliosi dell’adolescenza continuano a progredire anche durante l’età adulta?”

I dati forniti dagli studi a lungo termine effettuati sui quei pazienti che avevano avuto diagnosi di scoliosi durante la crescita, ci permettono di affermare che la scoliosi può progredire anche durante l’età adulta. Questo avviene, stando alla letteratura, quando la curvatura scoliotica supera la soglia di 30° Cobb; al di sotto di questo grado le curve scoliotiche tendono ad essere più stabili: a progredire meno e più lentamente. Sempre secondo la letteratura disponibile, le curve comprese tra 30° e 50° sono quelle più “aggressive” e la velocità media di progressione è stata calcolata tra il 0,5°-1° Cobb l’anno, e possono causare dolore.

Le scoliosi DE NOVO sono curvature generalmente lievi e che di rado superano i 30°, sono però frequentemente associate a dolore e possono influenzare, anche pesantemente, l’attività di vita quotidiana. Questo tipo di curvature, anche se di lieve entità, è molto frequente, e si stima che la scoliosi DE NOVO sia rappresentata nel 37% della popolazione over 65.

Indipendentemente dalla velocità di progressione della curva scoliotica in età adulta, il problema principale per i pazienti adulti affetti da scoliosi, è l’insorgenza del dolore.

 

Dal punto di vista fisiopatologico, l’insorgenza del dolore sembra essere collegata a 2 fattori principali:

  • Dislocazione rotatoria
  • Dorso piatto (Flat Back)

La dislocazione rotatoria consiste in uno scivolamento laterale della vertebra a cui si combina una forte rotazione a carico di 3 vertebre, solitamente L2-L3-L4; a questo livello sono presenti anche degenerazione discale, artrosi interapofisaria asimmetrica e nei casi più gravi sublussazione rotatoria. In quadro meccanico predisponente all’instabilità.

Il dorso piatto e una conseguenza diretta della perdita della fisiologica lordosi lombare, dovuta alla rotazione delle vertebre in quella zona. Anche nel dorso piatto troviamo segni di degenerazione discale, e di ipertrofia artrosica delle faccette articolare e dei processi spinosi. A livello funzionale nei pazienti affetti da dorso piatto, si osserva perdita di tono-trofismo dei muscoli estensori della colonna. Il dolore nei pazienti affetti da scoliosi sembra avere localizzazioni specifiche.
Un recente studio (
Current Knowledge on the Different Characteristics of Back Pain in Adults with and without Scoliosis: A Systematic Review – J. Clin. Med. 202312(16), 5182), ha evidenziato come il dolore, in questi pazienti, sia generalmente lombare, e si manifesti a livello dell’apice della curva; quando presente, l’irradiazione agli arti inferiori è generalmente di tipo cruralgico (loggia anteriore della coscia). Inoltre questo studio ha evidenziato che l’insorgenza del dolore rende difficile la permanenza in piedi e seduti per lunghi periodi di tempo; anche il viaggiare e il sollevare pesi, possono diventare elementi di insorgenza del dolore.

Il trattamento dei pazienti adulti con scoliosi mira, quindi, principalmente alla stabilizzazione della curva scoliotica e alla riduzione del dolore. Se fino a poco tempo l’unica possibilità prevista era principalmente quella chirurgica, ultimamente si tende a lasciare questa opzione come “ultima spiaggia, e che deve comunque essere affidata a mani esperte. La letteratura, infatti, suggerisce che un tentativo di trattamento conservativo è per lo meno doveroso, ma soprattutto, se ben condotto, in grado di portare a casa un risultato soddisfacente.

Una combinazione di rieducazione funzionale (esercizi specifici per scoliosi + esercizi di core stability), corsetti (disegnati e costruiti per le esigenze specifiche di questi pazienti) e di terapia manuale (più diretta ai tessuti molli che alla manipolazione articolare vertebrale), sembra essere l’approccio più corretto per la gestione di questi pazienti.

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