Come performare un assessment in una strategia preventiva

Autore

 Federico Genovesi

Federico Genovesi

Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC

Come performare un assessment in una strategia preventiva

È tempo di iniziare le stagioni sportive un po’ in tutti gli sport e tra poco sarà anche il turno degli sportivi amatori.

Prima di iniziare qualsiasi pratica sportiva, ed in seguito ad aver performato i più importanti controlli cardiaci, dovrebbe diventare buona norma anche quella di svolgere uno screening dagli specialisti del sistema del movimento.

Questo screening deve tenere in considerazione diversi tipi di fattori di rischio.

Prima di tutto dobbiamo conoscere lo sport che il paziente praticherà: ogni disciplina ha la sua specifica epidemiologia e se ne siamo a conoscenza, possiamo già avere in mente alcune strategie che potranno ridurre parzialmente il rischio di infortunio.

Ad esempio, se il nostro paziente pratica o vuole praticare il Basket, sappiamo che la tendinopatia rotulea e la distorsione di caviglia potrebbero rappresentare due eventi altamente probabili; sapendo questo possiamo già inserire nel nostro piano di esercizi e nelle nostre strategie alcuni interventi specifici per ridurre la possibilità dell’insorgere di questi problemi.

Oltre agli aspetti provenienti dallo sport, è indispensabile “attaccare” gli aspetti specifici del paziente.

Tra questi, il primo che dobbiamo conoscere è la sua storia: è fondamentale conoscere la storia clinica del paziente che vuole iniziare una nuova pratica sportiva.

Come emerge chiaramente dalla letteratura scientifica, un precedente infortunio rappresenta il principale fattore di rischio per un futuro evento lesivo. Conoscendo la storia del paziente, seppure sappiamo che si tratta di un fattore di rischio non modificabile, abbiamo la possibilità di iniziare a costruire una strategia preventiva idonea.

Il successivo passo è’ quello di svolgere un’esaminazione dettagliata che però sarà leggermente diversa rispetto al Funnel Approach, descritto in un precedente articolo, che dovrebbe invece essere utilizzato in caso di un paziente che si presenta con una sintomatologia.

L’esame strutturale sarà mirato alla ricerca di disordini nella struttura: è importante sapere se una specifica articolazione ha una riduzione di range of motion e se preferisce muoversi in una direzione rispetto ad un altra. Queste sono tutte indicazioni preziose, se consideriamo che la struttura si adatta alla funzione, ma allo stesso tempo la influenza.

Una qualunque parte anatomica in disordine, che sia un’articolazione o un muscolo, potrebbe rappresentare il risultato di un eccessivo adattamento alla funzione. Questo significa che quando troviamo un disordine nella struttura, non dovremmo fermarci solo al trattamento di questo, ma dovremmo vedere il suo effetto sul sistema (sull’intera struttura) e il suo effetto sulla funzione.

Dopo l’assessment della struttura, dovremmo passare alla valutazione della funzione attraverso un’analisi del movimento che prevede test di movimento specifici per lo sport praticato. La presenza di disfunzioni di movimento potrebbe spiegare alcuni disordini riscontrati nella struttura e potrebbe predire alcuni infortuni da overuse o anche acuti.

L’analisi della funzione può avvenire a diversi livelli ma generalmente ci si sofferma sul livello funzionale. Oltre alle “competenze” di movimento dovremmo anche considerare le “capacità” ovvero proprietà quali forza, endurance, potenza e propriocezione che possono essere valutate attraverso differenti batterie di test e servendosi dell’uso di strumenti di misurazione. Queste misure sono utili per ricercare asimmetrie oggettive (che potrebbero essere alla base di potenziali infortuni), deficit rispetto alla popolazione di riferimento o importanti perdite di capacità rispetto ad eventuali dati baseline in archivio per quel paziente.

Inoltre, nel caso in cui il paziente si infortunasse, avremo dei dati di riferimento da usare come termine di paragone.

Questi screening dovrebbero darci gli adeguati strumenti per sviluppare una strategia preventiva, attraverso un intervento sia strutturale (con trattamenti) che funzionale (con esercizio correttivo), ponendo un focus maggiore sui punti deboli del paziente.

Ricordate che il corpo è un sistema complesso e per questo va valutato in termini di storia, struttura e funzione.

Ogni analisi che non considera tutti questi elementi rimane un’analisi parziale.

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