I primi piccoli passi per mettersi in privato

Carissimi colleghi,
benvenuti in un altro articolo del format: “il parere di un collega”.

Oggi andremo a parlare di quali potrebbero essere i primi piccoli passi per mettersi in proprio per un fisioterapista.

Ovviamente questo articolo è puramente narrativo e non a carattere scientifico.

Come per gli altri articoli andrò a raccontare la mia esperienza e l’esperienza di colleghi.

È necessario fare una premessa riguardante la specificità delle realtà che ognuno di noi vive e in cui ognuno di noi è immerso.
Il contesto, come ben sappiamo, è differente da regione a regione, da città a città e anche all’interno della stessa città ci sono contesti molto differenti.

Direi che è arrivato il momento di iniziare.

Primo passo: Esperienza e formazione

Come primo passo ovviamente è necessario investire su COMPETENZA ed ESPERIENZA.

Le modalità sono varie e vanno dai corsi di formazione, master ecc…

I consigli che mi sento di darvi sono sulle principali richieste di mercato. Tra questi abbiamo:

  1. Corsi di terapia posturale. A prescindere dal corso possono fornire un approccio globale molto utile alla professione.

  2. Corsi di terapia manuale. Esistono anche master molto validi.

  3. Corsi o master specialistici come possono essere per Pavimento Pelvico, ATM, Riabilitazione cardiaca e respiratori, riabilitazione in ambito sportivo e riabilitazione in ambito neurologico.

Oltre la competenza, nella nostra professione, è essenziale l’esperienza. Alcuni master possono prevedere una parte pratica.

Il miglior modo, e molte volte l’unico, è la pratica professionale. Questa si può svolgere solamente lavorando o affiancandosi a professionisti più esperti.

Secondo passo: Domiciliare

Il setting più facile in cui iniziare a svolgere la professione è sicuramente il domicilio. 

Questo per un semplice motivo: i bassissimi costi relativi.

Ovviamente ci sono delle complicazioni rispetto al lavoro in clinica come ad esempio:

  1. Setting di lavoro non ottimale.

  2. Problematiche di spazio.

  3. Non ottimale ergonomia delle postazioni di lavoro.


Un buon investimento per migliorare la qualità di lavoro potrebbe essere un lettino portatile (costo medio 100/150 euro). Facendo i conti con il peso è un buon modo per comunicare professionalità e lavorare in condizioni migliori.

Altro possibile investimento potrebbe essere quello di alcuni macchinari per i quali vi rimando all’articolo scritto in precedenza che trovate sul Blog.

 

Terzo passo: Stanza in affitto in studio medico

È arrivato il momento di trovare un posto in cui poter ricevere i nostri pazienti.

La scelta migliore per iniziare a farlo è affittare una stanza, anche condivisa con altri professionisti sanitari e colleghi, per limitare il più possibile i costi.

Importante in tal senso è la scelta del luogo e lo studio di eventuali concorrenze.

Vi ricordo, o comunque vi porto all’attenzione, che non può esistere commistione di professioni con figure non mediche/sanitarie. (Per intenderci non possiamo affittare una stanza in uno studio legale)

Non dovete preoccuparvi di accatastamenti o particolari norme, solo attenzione, a livello di normativa regionale per la regolamentazione dell’uso di Terapie fisiche strumentali. 

Qui è importantissimo investire in comunicazione, cercare di farsi conoscere sia in zona che tramite qualunque canale uno ritenga opportuno.

Consiglio personale è quello di fare molta attenzione a siti o società che promettono miracoli alla modica cifra di 120 euro al mese per almeno 12 mesi.


Quarto passo: Apertura dello studio

Questo è il vero passo in avanti. Richiede sacrificio e anche del capitale.

Si parte sempre, come per la stanza, dalla scelta del luogo (evito però di ripetermi).

Secondo step è uno studio di fattibilità con uno studio dei costi che dovremo affrontare.

Vi ricordo che bisogna trovare, per uno studio medico/professionale o similare, un locale che sia in categoria catastale A10, mentre per il poliambulatorio in C1, ma richiede una serie di normative più stringenti e il direttore sanitario (medico).

Dopo aver trovato il locale va richiesta, a seconda della regione in modalità differente, il controllo e l’autorizzazione all’attività sanitaria. È un processo lungo che può richiedere, in alcuni luoghi, anche mesi.

Nel frattempo il consiglio è di investire in pubblicità e organizzare una bella giornata/settimana di apertura.

Purtroppo questo ultimo passo così descritto è molto limitato in quanto presenti delle diversità a livello locale e regionale troppo varie per poter entrare più nello specifico.

Il consiglio potrebbe essere quello di affidarsi ad un professionista del settore che sia navigato del mare della burocrazia in questo ambito.


Siamo giunti alla fine.

Sperando vi sia stato utile e di piacevole lettura, 

un caro saluto,

il vostro collega

Claudio Saulli

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