Fisioterapista sportivo: il sogno di ogni studente

La maggior parte degli studenti che si iscrive al corso di laurea in Fisioterapia lo fa perché spinta da esperienze sportive avute nell’infanzia o nell’adolescenza che li hanno portati a contatto con la fisioterapia. 

Ci si ricorda del fisioterapista come di quel professionista accogliente con il quale si è formato un bel rapporto e che, in un setting sportivo e stimolante, ha condotto ad una guarigione attraverso un percorso fatto di esercizi ma anche di momenti divertenti.

Sembra per molti quindi il lavoro dei sogni, ma lo è veramente ed è possibile realizzare questo progetto di vita? 

Il fisioterapista sportivo è quel professionista in possesso della laurea in fisioterapia (non è richiesto alcun titolo aggiuntivo) che opera nel campo dello sport in uno studio privato, autonomamente, come riabilitatore specializzato per l’atleta e gli infortuni sportivi oppure come dipendente di società sportive; in questo ultimo caso in collaborazione con altre figure quali il preparatore atletico e il medico dello sport. Questo team coopera per lavorare sull’educazione degli atleti, sulla prevenzione degli infortuni, sulla preparazione e l’allenamento in ogni parte dell’anno e sulla gestione e riabilitazione degli atleti infortunati.

Per aspirare a lavorare nelle società professionistiche è sicuramente opportuno specializzarsi attraverso master in fisioterapia dello sport e corsi ECM di approfondimento sui vari aspetti della fisioterapia nello sport: nutrizione e stile di vita, progressione dell’allenamento, preparazione e prevenzione, infortuni muscolari e recupero sia nel trattamento conservativo sia nel post-operatorio dell’atleta. Last but not least, bisogna essere anche esperti nel comprendere le problematiche di salute mentale dell’atleta. Si parla insomma di una formazione molto variegata che è richiesta per potersi interfacciare con altri professionisti e lavorare per il miglior risultato di un atleta.

Se si osservano i dati forniti dall’AIFI si vede come poco più della metà dei Fisioterapisti si occupi di ambito muscoloscheletrico (e solo una piccola quota di questi si dedichi totalmente all’ambito sportivo) mentre la restante metà si divide tra pazienti neurologici, geriatrici e pediatrici.

Gli studenti fin dal primo anno del corso di laurea, anche attraverso il tirocinio, si trovano a capire quanto il campo di applicazione della fisioterapia sia vasto e sia difficile riuscire a ricavare un reddito dal solo sport, nonché essere formati a sufficienza. Molti si trovano poi a cambiare preferenze ed essere orientati verso altre branche della disciplina che richiedono competenze molto diverse da quelle del fisioterapista sportivo.

Gli studenti inoltre iniziano a capire come nella fisioterapia sportiva sia in atto a livello teorico una rivoluzione che parte dallo studio delle evidenze mediche e trova poi riscontro in una pratica evidence-based che ancora purtroppo fatica a trovare applicazione e riconoscimento nel mondo dello sport. La figura del fisioterapista infatti è ancora legata e assimilata dai più a una vecchia concezione di massaggiatore. Non viene compreso e non è conosciuto il ruolo fondamentale che può avere il fisioterapista all’interno del team che segue la squadra. 

Innanzitutto, in quanto professionista sanitario, molto probabilmente sarà l’unica figura sanitaria presente agli allenamenti e alle partite, e sappiamo bene quanto ciò sia importante in caso di eventi rari ma purtroppo possibili come un arresto cardiaco ma anche nella eventualità frequente di piccoli e medi infortuni che richiedano una prima assistenza e valutazione in attesa degli approfondimenti medici. 

In secondo luogo, oggi la formazione del fisioterapista lo rende esperto nell’allenamento in ottica di prevenzione e in qualsiasi fase della riabilitazione e del return to practice (ritorno agli allenamenti), return to sport (rientro in competizione) e return to performance (ritorno ai livelli pre-infortunio) degli infortunati. 

Il fisioterapista oggi più che mai ha competenze di alto livello ma deve lottare per far riconoscere il proprio ruolo ed è ancora poco percepito il risparmio economico e il vantaggio nelle competizioni che può generare un buon programma di allenamento e di riabilitazione degli atleti.

Diminuire gli infortuni e nella normale gestione evitare uno stress eccessivo fa arrivare gli atleti in forma ottimale agli appuntamenti importanti. Il fisioterapista sportivo è quindi una figura essenziale in chiave multidisciplinare per la gestione di una squadra di atleti che voglia aspirare a risultati concreti e mantenuti nel tempo. Lo è anche nella cura degli sportivi amatoriali che si trovano, alla pari degli atleti, a riportare lesioni muscolari, fratture, rotture di legamenti o tendinopatie. 

La gestione di queste problematiche è stata radicalmente cambiata dai risultati delle ricerche negli ultimi anni e, nonostante ci sia un consenso in letteratura, si osserva come ancora nella pratica fisioterapica stentino ad essere applicate le nuove conoscenze e le nuove linee guida, a scapito della risoluzione delle problematiche del paziente con un tasso di infortuni e di reinfortuni che resta elevato pur potendo essere inferiore.

Alcuni studi sul mal di schiena indicano come ci sia un gap in fisioterapia di circa dieci anni tra l’acquisizione di nuove conoscenze in campo medico-fisioterapico e la loro applicazione pratica. Probabilmente questo gap si estende anche alle altre problematiche muscoloscheletriche: si continuano ad usare nello sport pratiche prive di evidenze scientifiche a loro favore e si continua ad affidare una parte fondamentale della gestione dello sportivo a figure inadeguate e/o non competenti.

L’augurio che ci si deve fare è che le nuove generazioni di fisioterapisti portino avanti una pratica basata e aggiornata sulle evidenze e che il paziente atleta sia sempre più educato ed edotto e consapevole nella scelta del professionista che possa veramente guidarlo in un percorso di guarigione e mantenimento duraturo. 

Il fisioterapista sportivo moderno si rapporta con i professionisti medici per utilizzare le tecniche di imaging dove queste consentano diagnosi e monitoraggio della problematica, così come si avvale di numerosi test e scale di valutazione che aiutano a scegliere la strada giusta e a dare anche al paziente dei punti di riferimento su performance e recupero.

Un fisioterapista bravo affranca, in un tempo dipendente dal problema specifico, il paziente da continue richieste di aiuto e dalla cronicizzazione del problema. E nel caso del fisioterapista sportivo permette di allungare la propria carriera e il proprio rendimento!

 

Fonti:

  • www.aifi.it
  • “The slow deimplementation of non-evidence-based treatments in low back pain care (1991-2018)”

 

Articolo scritto in collaborazione con Elisa Tobia

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