Il Sistema di Movimento: un Sistema Complesso

Autore

 Federico Genovesi

Federico Genovesi

Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC

Il Sistema di Movimento: un Sistema Complesso

Il Sistema del movimento con il quale abbiamo a che fare giornalmente in qualità di fisioterapisti, osteopati e professionisti delle scienze motorie, è un Sistema Complesso formato da molte parti che hanno differenti tipologie di relazioni tra loro.

Un Sistema Complesso non è un sistema lineare e deve essere considerato nella sua complessità.

Molti studiosi dei sistemi complessi hanno descritto differenti caratteristiche degli stessi, come l’autoregolazione, gli stati critici e le proprietà emergenti, tutti concetti applicabili e utili nella valutazione del Sistema del Movimento.

Oltre questi appena citati, un concetto determinante nell’analisi dei sistemi complessi è quello dell’interazione tra STRUTTURA e FUNZIONE, sulle quali la STORIA del Sistema stesso svolge un’influenza importante.

I concetti di Struttura, Funzione e Storia

Il concetto di struttura implica che un sistema consiste di parti identificabili (parti anatomiche) organizzate in relazioni funzionali (legami fasciali, nervosi, arteriosi, funzionali o kinesiologici).

Il concetto di funzione implica che una struttura sotto il gioco di forze esterne o attraverso la propria energia, subisce delle azioni che la modificano (movimento).

Il concetto di storia implica che un cambiamento irreversibile a carico del Sistema ne modificherà la struttura in maniera permanente e di conseguenza ne perturberà la funzione.

Relazionato al Sistema del movimento umano, la struttura rappresenta lo stato delle parti anatomiche in un determinato momento (probabilmente al momento di una valutazione), la funzione rappresenta la capacità di movimento (qualitativa e quantitativa) e la storia rappresenta l’insieme di eventi irreversibili personali (età, infortuni, trauma, interventi chirurgici).

La presenza di “attrattori” (così chiamati dal Professor Della Posta, pioniere dell’applicazione della teoria dei Sistemi Complessi al corpo umano e mio mentore) più o meno reversibili nella struttura, veicolerà le forze Meccaniche (funzione) su circuiti non fisiologici che saranno sempre più sollecitati nel tempo, i quali perderanno le proprie capacità di compensazione e adattamento e andranno più facilmente incontro a problemi (infortuni acuti o da overuse).

Da qui, si genereranno altri attrattori in un circolo vizioso che solo il nostro intervento (strutturale e funzionale) riuscirà a rompere.

Tradotto in pratica clinica dobbiamo:

  • Conoscere la storia del nostro paziente (età, precedenti infortuni, dolori cronici, interventi chirurgici, etc.)
  • Valutare la struttura (disfunzione somatica, restrizioni di ROM o di flessibilità, disallineamenti, etc.)
  • Valutare la funzione (disfunzioni di movimento, deficit di forza, inibizioni muscolari, asimmetrie di performance, etc.)
  • Monitorare l’evoluzione del Sistema in termini strutturali e funzionali e relazionarli con lo stato di salute del paziente (PROMs).

Considerando l’integrazione di struttura e funzione, è fondamentale considerare come si modifica la struttura in seguito ad imput funzionali locali e sistemici e come si modifica la funzione in seguito ad imput strutturali locali e sistemici;

dopo questa analisi dobbiamo pertanto programmare una strategia di intervento basata a sua volta sull’integrazione di un intervento strutturale (trattamento) e funzionale (esercizio).

Solo in questa maniera possiamo dire di aver valutato, trattato e monitorato il Sistema di movimento nella sua complessità e integrità!

‟Lo studio delle cose umane nei termini di struttura, funzione e storia sembra essere il modo scientificamente valido di comprenderle” (J.G.Miller, La teoria generale dei sistemi viventi)

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