La differenza tra un fisioterapista e un osteopata

Autore

 Federico Genovesi

Federico Genovesi

Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC

La differenza tra un fisioterapista e un osteopata

Che differenza c’è tra un fisioterapista e un osteopata?

Molti studenti e colleghi che ho incontrato nel corso della mia carriera mi hanno fatto questa domanda, così ho deciso di scrivere questo breve articolo per cercare di rispondere a questo quesito.

Osteopata Fisioterapista sono entrambe figure volte al recupero delle condizioni ottimali di salute, entrambe lavorano sull’aspetto strutturale del sistema del movimento ( il fisioterapista anche su quello funzionale) tuttavia lavorano utilizzando approcci diversi

Il fisioterapista

Il fisioterapista è il professionista sanitario che svolge, in autonomia o in collaborazione con altre figure, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita. (Ministero della Sanità)

Il fisioterapista si occupa della cura e della riabilitazione di sintomatologie dovute ad interventi chirurgici o traumi importanti; nello sport ha un ruolo chiave anche nella prevenzione degli infortuni sportivi.

Riabilitare un paziente in seguito ad un incidente o ad un infortunio sportivo, e’ un esempio di un caso in cui e’ necessario l’intervento del fisioterapista.

È un professionista che più spesso lavora su zone doloranti localizzate o infortunate con un tipo di intervento variabile, dal trattamento manuale a quello fisico passando per la riabilitazione motoria e per la rieducazione posturale; spesso il suo approccio all’esame strutturale è di tipo quantitativo (misurazione del Range di Movimento) mentre quello funzionale è di tipo qualitativo (ricerca delle disfunzioni di movimento).

L’osteopata

L’osteopata ha come principio fondamentale l’unita’ del corpo. Ricerca le cause di un problema andando oltre la zona che presenta la sintomatologia e cerca di ripristinare i processi di auto-guarigione e auto-regolazione che sono presenti nel nostro organismo attraverso la manipolazione osteopatica. Fonda la sua “diagnosi strutturale” sul principio della disfunzione somatica, riconosciuta attraverso le caratteristiche del TART (Tissue texture abnormality, Asimmetry, Restriction of movement, Tenderness) e puo’ intervenire attraverso l’uso di 5 modelli di intervento (i 5 modelli osteopatici).

L’osteopata ricopre un importante ruolo in ambito di trattamento del dolore e di prevenzione e dovrebbe collaborare con fisioterapisti e medici specialisti per gestire al meglio i percorsi di cura integrati o con preparatori atletici o esperti del movimento per migliorare le performance sportive e ridurre il rischio di infortuni.

Il suo approccio strutturale è generalmente di tipo qualitativo (ricerca delle disfunzioni somatiche attraverso palpazione e test di movimento) cosi come quello funzionale (valutazione della capacità propriocettiva neuromucolare attraverso l’uso di test muscolari manuali).

In conclusione

Sono entrambe figure determinanti per la cura e la prevenzione dei problemi del sistema di movimento, agiscono solo a livelli diversi, ma dovrebbero sempre lavorare in sinergia e stretta collaborazione in un approccio paziente-centrico.

Se un paziente deve riabilitare un infortunio, necessita di un fisioterapista che collabori con un osteopata; se un paziente soffre di un dolore cronico, necessita di un osteopata che collabori con un fisioterapista…In entrambi i casi, e’ a mio modo di vedere, assolutamente necessaria la collaborazione tra le due figure.

Se hai altre domande, scrivimi qui o su LinkedIn.

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