Il Trattamento conservativo della scoliosi idiopatica: stato dell’arte e terapia manuale d’integrazione

Autore

Paolo Pizzetti

Paolo Pizzetti

Fisioterapista, Docente PGO Institute Post Graduate Osteopathic

Il Trattamento conservativo della scoliosi idiopatica: stato dell’arte e terapia manuale d’integrazione

Le prime scritture dettagliate sul trattamento conservativo della scoliosi, risalgono a circa quattro secoli prima di Cristo e si trovano nel Perì Arthron di Ippocrate. Egli descrive la scoliosi come Spina Luxata, ne propone il trattamento attraverso pressioni manuali sulle gibbosità della colonna e attraverso delle trazioni longitudinali ottenute mediante l’utilizzo di strumenti come la Tavola di Ippocrate e la Scala di Ippocrate. 

 

Durante il Rinascimento nacquero in Francia i primi corsetti che erano costituiti da corazze metalliche che tentavano di plasmare la forma del tronco e della colonna vertebrale. Tali pratiche rappresentano una sorta di paleo-medicina nella cura della scoliosi e per avere esempi dettagliati e medicalmente più moderni su trattamenti basati sugli esercizi, dobbiamo aspettare la fine dell’800 con il lavoro del francese Charles Gabriel Pravaz, ideatore del Metodo Lionese

 

Il trattamento conservativo da quando è nato con Ippocrate sino ai nostri giorni, ha avuto come obiettivo terapeutico quello di ottenere il miglioramento della morfologia e dell’estetica, del tronco e della colonna vertebrale. Per fare questo sono stati da sempre, a volte anche involontariamente, applicati due concetti meccanici specifici per la colonna scoliotica, indicati dal fisioterapista ed osteopata francese Marcel Bienfait a metà degli anni sessanta: aprire le concavità, correggere i gibbi. Marcel Bienfait è stato un pioniere del trattamento conservativo della scoliosi perché fu il primo a considerare la colonna vertebrale come un sistema tensegritario. La colonna non viene più vista come una pila di vertebre, ma una struttura caratterizzata da un sistema di tensione e compressione in costante adattamento. 

 

I legamenti spinali ed i muscoli paravertebrali sono sempre in tensione anche quando la colonna è a riposo, così come le vertebre e i dischi intervertebrali che sono in uno stato compressione determinato dalla posizione della colonna nello spazio e dalle disfunzioni ad essa associate. 

 

Integrare la terapia manuale basata sul trattamento del sistema fasciale al lavoro effettuato attraverso esercizi specifici, risultò quindi un elemento di completamento del trattamento conservativo della scoliosi idiopatica. 

 

Il lavoro di Bienfait infatti si è basato sulla gestione di due sistemi: il sistema posturale trattato attraverso esercizi di rieducazione statica, ed il sistema legamentoso-fasciale della colonna vertebrale, trattato attraverso la terapia manuale fasciale di cui lui fu il pioniere. 

 

Con l’avvento dell’Evidence Based Medicine (EBM), anche chi si occupava del trattamento conservativo della scoliosi, è stato chiamato a produrre dati sull’efficacia delle terapie applicate.

 

Nacquero diverse società scientifiche come IRSSD (Interantional Society on Spinal Deformities), SOSORT (Society On Scoliosis Orthopaedic and Rehabilitation Treatment) e SIRER (Societe Internationelle de Recherce e Etudes sur le Rachis), grazie a loro lavoro, abbiamo oggi a disposizione delle linee guida per il trattamento conservativo che fornisce indicazioni precise da applicare ai vari metodi terapeutici basati su esercizi specifici per la scoliosi e sulla fabbricazione di corsetti ortopedici. In particolare, nelle linee guida SOSORT, troviamo le caratteristiche specifiche dei PSSE (Physioterapy Scoliosis Specific Exercises), esercizi creati appositamente per il trattamento della scoliosi che devono, indipendentemente dal metodo utilizzato (SEAS, Schroth, Lionese, FITS, Shide Shift, BSPTS, Dobomed), basarsi sul concetto di Autocorrezione (Active Self Correction-ASC). L’autocorrezione è un movimento attraverso il quale il paziente riallinea attivamente la colonna vertebrale nei tre piani dello spazio. 

 

Gli esercizi basati sul principio di autocorrezione hanno dimostrato in letteratura diversi effetti positivi sulla evoluzione della scoliosi tra cui: 

  • la capacità di ridurre la progressione della curva scoliotica, 
  • ridurre la necessità di dover ricorrere all’uso del corsetto, 
  • mantenere nel tempo gli effetti del trattamento ortesico una volta che questo è terminato, 
  • ridurre la necessità di interventi chirurgici. 

Nella pratica, come già detto in precedenza, l’effetto dell’autocorrezione sulla colonna è quello di aprire le concavità e correggere i gibbi. 

 

Come intuito da Bienfait gli esercizi, seppur EBM e quindi con comprovata efficacia per essere eseguiti più facilmente e con maggiore risultato, necessitano anche di un trattamento dei tessuti molli. L’effetto dell’autocorrezione può essere amplificato attraverso un lavoro manuale scoliosi-specifico diretto a strutture chiave identificate per i vari tratti della colonna vertebrale, in relazione ai diversi tipi di scoliosi. 

 

La terapia manuale diretta al sistema fasciale, è basata su tecniche avanzate in ascolto-induzione del tessuto connettivo, sviluppate dal fisioterapista e osteopata francese Jean Pierre Barral. Questo rappresenta l’approccio manuale più adeguato per trattare la scoliosi, perché riunisce tecniche dirette a diverse strutture meccaniche come i legamenti, le articolazioni, il sistema viscerale, vascolare, neuromenigeo e muscolare, strutture che influenzano a livello tridimensionale la colonna vertebrale scoliotica. 

 

Per concludere, l’integrazione della terapia manuale fasciale avanzata rappresenta un elemento di evoluzione nel trattamento conservativo della scoliosi; la colonna scoliotica viene trattata dal punto di vista neuro posturale attraverso esercizi che sviluppano concetti EBM e contemporaneamente liberata da quei freni tensionali che possono essere determinanti per la progressione della curvatura scoliotica. 

 

Trattare un rachide scoliotico occupandosi anche dei tessuti molli, assume quindi un ruolo anche propriocettivo e posturale, rendendo l’autocorrezione più facile da eseguire e da integrare a livello posturale. 

“Una scoliosi grave è sempre una piccola scoliosi che si è lasciata evolvere” M. Bienfait

“La vita è un continuo di adattamenti e compensazioni” JP Barral 

 

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