L’importanza di fare un Assessment dettagliato: la fase di Valutazione del paziente

Autore

 Federico Genovesi

Federico Genovesi

Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC

L’importanza di fare un Assessment dettagliato: la fase di Valutazione del paziente

All’inizio della mia carriera lavorativa, subito dopo la laurea in fisioterapia, ignoravo l’importanza di performare un assessment dettagliato.

Nella maggior parte dei casi, prima di valutare il paziente a 360°, partivo immediatamente con il trattamento, basandomi su mappe concettuali a partenza dal dolore del paziente. Prendevo in considerazione le connessioni della parte o area anatomica, le mappe dei trigger point e le mie esperienze passate con quel tipo di dolore.

Ma non performando un assessment, ovvero una valutazione completa del paziente, si commette un errore! Infatti, si omette una parte fondamentale del percorso riabilitativo.

Ogni riabilitazione, cosi come ogni abilitazione (presa in carico di un paziente per sostenerlo nello svolgimento delle attività desiderate), dovrebbe cominciare con l’assessment e con la registrazione di tutti i dati ottenuti tramite questa procedura, in modo che il professionista possa svolgere analisi e comparazioni future.

Come dovrebbe essere strutturato un assessment

Dovremmo considerare 3 concetti fondamentali (che definiscono un sistema complesso) e 3 punti di vista. Vediamo tutto nel dettaglio.

I 3 concetti che definiscono un sistema complesso, quale il sistema del movimento, sono: la struttura, la funzione e la storia. Vediamo ora come prenderli in considerazione nella procedura di assessment.

  • Per valutare la struttura si devono individuare le varie disfunzioni che possono interessare le diverse parti anatomiche: tra queste, dovremmo valutare la presenza di disfunzioni somatiche, anormalità della trama tessutale, tenderness, deficit di ROM articolare e di flessibilità muscolare, disallineamenti, trigger points, etc…

 

Possiamo rilevare la presenza di questi Disordini Strutturali attraverso test passivi di movimento (che valutano lo stato strutturale) e attraverso test palpatori o di ascolto.

  • Per valutare la funzione dovremmo ricercare la presenza di inibizioni e debolezze muscolari, deficit di ROM attivo e contro resistenza, disfunzioni di movimento etc…

 

Possiamo rilevare questi Disordini Funzionali attraverso test muscolari, test di movimento attivo, osservazione di task funzionali specifiche (movimenti funzionali) e physical performance measures.

  • Per quanto riguarda la storia, dovremmo indagarla attraverso una dettagliata anamnesi, mantenerla registrata e sempre a portata di mano per poter riconoscere red flags e risk factors.

Una questione di punti di vista

Per quanto riguarda i punti di vista, in un assessment dovremmo sempre considerare un punto di vista soggettivo da parte del terapista, ovvero la nostra osservazione e e nostre sensazioni; mi è stato contestato spesso questo punto di vista poiché non è oggettivo e riproducibile, ma io credo invece che le skills dell’opertore e la sua esperienza rendano questo punto di vista fondamentale in un assessment e nel monitoraggio del paziente.

Bisogna considerare, poi, il punto di vista soggettivo del paziente, ovvero le sue sensazioni a riguardo dei test che si performano. Spesso, questo aspetto viene considerato poco, invece tutti i professionisti dovrebbero ricordare che è uno dei capisaldi della Evidence Based Practice e che in un assessment baseline, prima di intraprendere un percorso abilitativo o riabilitativo, sarebbe sempre opportuno prendere dei riferimenti soggettivi del paziente (ad esempio attraverso i PROMs o altri tipi di questionari).

Infine, dovremmo considerare il punto di vista oggettivo, ovvero tutti i dati incontestabili forniti dai differenti strumenti di misurazione di cui disponiamo (come, ad esempio, il dinamometro, l’inclinometro, l’algometro, etc…)

Dopo aver svolto un assessment con queste caratteristiche, potremmo dire di essere pronti a sviluppare il nostro piano di azione, sempre ricordando di calendarizzare futuri ulteriori assessment (chiamati screening in caso di un paziente sano, exit criteria o milestones in un paziente infortunato in riabilitazione) per vedere l’evoluzione del paziente e l’efficacia del nostro intervento.

Tu che tipo di assessment svolgi? Avevi mai preso in considerazione questi aspetti?

Condividi il tuo metodo nei commenti, se ti va, e confrontiamoci! Grazie, al prossimo articolo!

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