Autore
Federico Genovesi
Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC
Le misure di performance fisica
Il corpo è un Sistema Complesso, ovvero un sistema costituito da molte parti anatomiche con molte relazioni tra loro. Per essere esaminato, un Sistema Complesso deve essere valutato considerando i concetti di struttura, funzione e storia.
Dunque, dobbiamo conoscere lo stato delle parti anatomiche (ovvero la struttura), la storia del Sistema (ovvero i precedenti infortuni) e la funzione del Sistema (ovvero la sua capacità di movimento).
Per valutare la funzione, fisioterapisti ed altri professionisti esperti del movimento spesso ricorrono all’utilizzo di misure di performance fisica (physical performance measures). Queste misure hanno lo scopo di valutare le capacità del paziente esaminato, considerando la funzionalità del Sistema stesso e non le singole parti: spesso, infatti, valutiamo la funzione delle singole entità anatomiche (ad esempio il ROM dell’articolazione della spalla o la forza in flessione del ginocchio).
Le misure di performance fisica tendono invece a misurare il lavoro funzionale svolto da un intero quadrante (ad esempio l’arto inferiore) o dell’intero Sistema. Inoltre, queste misurazioni sono spesso ben correlate con disordini funzionali identificati in un singolo distretto, dimostrando come un disordine isolato possa influenzare l’intero Sistema.
Questo tipo di misurazioni sono spesso utilizzate nello sport di élite per svolgere delle procedure di screening prima dell’inizio della stagione sportiva; procedure che vengono normalmente ripetute durante la stagione e al suo termine, per valutare gli effetti della strategia di intervento scelta sulla base dei risultati dello screening baseline. Infatti, lo screening iniziale deve servire proprio per creare una strategia di intervento funzionale con l’obiettivo finale di ritrovare la simmetria nella funzionalità e di portare il valore della performance dei singoli test all’interno dei range di riferimento attesi per il paziente specifico.
Quali misure di performance fisiche scegliere?
Dipende dallo sport o dall’attività praticata dal singolo paziente. Il tipo di intervento dovrebbe essere studiato e programmato nel rispetto delle reazioni fisiologiche allo stimolo di allenamento somministrato, seguendo un’ideale periodizzazione e monitoraggio dei carichi (chiaramente in collaborazione con i nostri colleghi scienziati dello sport)
Tra le misure di performance più spesso utilizzate dovremmo considerare quelle “qualitative”, che hanno lo scopo di trovare impairments nella modalità di movimento (ad esempio, il functional movement screening o altre analisi sport specifiche come il LESS o Landing Error Scoring System); quelle “quantitative” (l’una non esclude le altre, ovvero possiamo ottenere informazioni qualitative da test quantitative e viceversa). Queste ultime sono quelle più comunemente utilizzate, in particolare si conoscono i vari test di hop (single leg hop, triple leg hop, triple crossover hop), test di salto (CMJ, drop jump, repetitive jumps), misure di forza (1-RM), di agilità (5-10-5 agility test, T-test, etc.) e balance (Star excursion balance test, Y balance test, BESS).
Sicuramente sono un elemento importante da conoscere e da mettere in pratica con tutti i pazienti in ambito preventivo, ma anche in ambito riabilitativo: infatti, molto spesso, queste misure rappresentano exit criteria importanti per il return to play a seguito di un infortunio.
La comparazione dovrebbe essere fatta con i valori baseline o con i valori normative della popolazione di riferimento.