Loredana La Torre – Storie di Fisioterapisti

Mi chiamo Loredana La Torre, ho il piacere di essere  una fisioterapista da circa 40 anni.

Trentadue anni fa, diventando mamma, ho avuto  un grande cambiamento nella zona genitale, mi sono accorta  della mia ignoranza su questa parte nascosta.  

Ho voluto  studiare, capire,  percepire, essere un po’ più padrona di questa parte intima.

Lessi i libri di anatomia del movimento di Blandine Calais Germanais ,ma il  libro sul perineo femminile, mi colpii profondamente, partii per conoscerla ed iniziare un percorso di studi con lei.

Esperienza illuminante,  in Francia qualcuno lavorava sul corpo come io amavo lavorare, ho fatto con lei tantissime formazioni, abbiamo realizzato dei progetti insieme, abbiamo studiato, ci siamo confrontate, siamo diventate amiche.

 

Circa 25 anni fa ho presentato e realizzato un progetto nell’ospedale dove lavoravo, e cosi fù inaugurato e aperto il primo ambulatorio in convezione del Lazio sulla riabilitazione del pavimento pelvico.

 Un Centro importante di riferimento per tutte le alterazioni e disfunzioni pelvi-perineali.

 Sono felice di essere riuscita a coinvolgere urologi, proctologi, ginecologi, gastroenterologi, fisioterapisti, ostetriche, infermieri.

 

Tutt’oggi è un ambulatorio funzionante.

 

10 anni fa ho pubblicato un libro “Triangoli Dimenticati.Dove abita il perineo”un testo pratico per aiutare le donne a conoscere, attivare, tutelare, equilibrare la zona uro-genito-anale.

 

Nasco come fisioterapista neurologica, ma dopo 5-6 anni dalla laurea ho iniziato ad occuparmi di postura e respirazione, tutte le mie esperienze formative passate hanno sicuramente arricchito il mio lavoro sul pavimento pelvico.

 

Ho sviluppato due metodi:

 

Il metodo deVis(decompressione viscerale)si occupa di postura ,respirazione e decompressione degli organi e del sistema osteoarticolare.

 

Il metodo rep3 cioè:  rotazioni, equilibrio, pressioni, perineo, postura. 

 

La decisione di diventare una fisioterapista credo proprio di averla maturata in età adolescenziale

 

 

 

All’età di 14 anni, conobbi un ragazzo di 23 anni che viveva su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente, era costretto a partire dei mesi lontano dal posto in cui viveva perché non esistevano in Calabria dei centri per la riabilitazione per traumi di questo tipo.

 

Raccontava che la riabilitazione lo motivava molto, si sentiva meglio e le dava tanta speranza, in più aveva una grande ammirazione per i fisioterapisti che lo avevano in cura, lo stimolavano molto, lo trattavano con rispetto ed affetto.

 

Rimasi affascinata da questa professione, nel posto dov’ero nata non esisteva un fisioterapista , ero già convinta che fare un lavoro che potesse aiutare gli altri fosse il lavoro adatto per me.

 

Finito il liceo mi sono iscritta al corso per terapisti della riabilitazione.

 

 

 

 Frequentavo lezioni di psicomotricità, terapia occupazionale, logopedia e kinesologia.

 

Fortunatamente, negli anni 70, si era obbligati a seguire questi percorsi, per poi decidere quale strada scegliere.

 

 Sono felice di aver scelto questo corso di studi perché era completo, mi aiutava a capire quale formazione intraprendere,  sapevo comunque che sarei sempre andata avanti alla ricerca  di nuove strategie terapeutiche.

 

A 19 anni lessi un libro che mi colpì molto “guarire con l’antiginnastica”di Terese Bertherath, mi si aprì un mondo e fu cosi che entrai nel metodo  Mezierès , nel metodo Feldenkrais, nei laboratori esperienziali ..

 

Sono sempre uscita dai protocolli terapeutici, mi piace studiare il pz ed adattare insieme a lui un percorso terapeutico che possa essere integrato nella vita quotidiana.

 

Ho insegnato più di 25 anni al corso per fisioterapista e all’università, ho condotto moltissimi seminari esperienziali, amo coinvolgere gli studenti e far capire che non bisogna solo imparare quello che viene insegnato ma è fondamentale percepire, sentire il proprio corpo ,le varie modalità respiratorie, confrontarsi, mettersi in discussione, vivere  direttamente l’ esperienza percettiva, perché solo cosi puoi veramente capire e trasmettere.

 

Ripeto sempre la frase “sbagliare per imparare” l’errore, ci porta il disagio, ma poi ci indica la strada della funzionalità.

 

Ho lavorato come libero professionista in molti studi, 18 anni fa ho aperto il mio spazio.

 

Questo è il regalo più bello che mi sono fatta, perché lavoro con entusiasmo e senza sentire la stanchezza.

 

Volevo un mio “salotto” dove accogliere i miei pz, farli sentire a loro agio,.

 

Ambiente accogliente, olii essenziali, musica rilassante, una tisana per coccolarci un po’, lettino riscaldato, una riabilitazione familiare ed accogliente, ma principalmente risultati importanti con i miei pazienti ed anche una buona carica energetica.

 

Ogni paziente valutato viene osservato in statica e in dinamica.E’ fondamentale sapere quante ore vengono trascorse in posizione seduta o in posizione eretta, il lavoro che svolge,  trovare delle strategie insieme per poter integrare il lavoro acquisito durante gli incontri di riabilitazione nella quotidianità.

 

Spesso propongo ai miei pz dei laboratori esperienziali fuori sede.

 

Campagna, terme, mare.. cerco di trovare dei posti dove è possibile rilassarsi, vivere nella natura, buon cibo, buona compagnia, il piacere di stare insieme, di confrontarsi, dedicandoci de tempo per il benessere  fisico e psichico.

 

Dopo tanti anni sono riuscita a creare delle collaborazioni con alcuni medici, ma c’è ancora molto lavoro da fare, molti medici di base da coinvolgere

 

Mi piacerebbe portare dei progetti di prevenzione e cura nelle scuole, spero tanto che i miei giovani colleghi possano realizzare questo sogno.

 

Quando non mi occupo di riabilitazione mi rintano nel mio laboratorio di ceramica,  permettendo alle mie mani di realizzare ciò che hanno voglia di creare.

 

Al momento non credo proprio che smetterò di fare la fisioterapista, amo troppo il mio lavoro e lo sento come parte integrante della mia via

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