Sindrome da Frizione della Bandelletta Ileotibiale

Autore

 Federico Genovesi

Federico Genovesi

Fisioterapista, Osteopata presso Manchester City FC

Sindrome da Frizione della Bandelletta Ileotibiale (ITBFS): come riconoscerla e come intervenire

In questo articolo voglio parlarti di una patologia caratteristica dei fondisti (maratoneti, mezzofondisti, corse in montagna) e dei ciclisti.

Nello specifico, voglio raccontarti qual è il mio modo per riconoscerla e quali sono, secondo me, gli approcci più giusti per intervenire sul paziente.

Generalità della patologia

La ITBFS una condizione che si presenta frequentemente nei corridori, nei ciclisti e in generale negli atleti di sport di resistenza.

In passato, si pensava che questa sindrome fosse dovuta ad una frizione sulla borsa tra l’inserzione della bandelletta e l’epicondilo laterale del femore; questa teoria è stata poi abolita poiché gli studi non hanno accertato la presenza di una borsa.

Sembrerebbe, invece, esserci uno strato di grasso e tessuto connettivo riccamente innervato e vascolarizzato, probabile sorgente del dolore.

Dobbiamo tenere in considerazione che il tratto ileotibiale, offre inserzione al tensore della fascia lata e al grande gluteo, oltre che inserirsi direttamente sul grande trocantere (subendo l’influenza dell’articolazione dell’anca) e a rappresentare un ispessimento della fascia lata (fascia che ricopre come una calza l’intera coscia).

Distalmente si connette con l’epicondilo femorale laterale, con la rotula e termina sul tubercolo di Gerdy sulla tibia (può anche presentare inserzioni sul perone). Ha dunque grandi connessioni con il ginocchio e con l’anca e riveste un ruolo importante nel mantenimento della stabilità laterale del ginocchio.

In passato si pensava anche che la sindrome potesse avere a che fare con le ripetute flesso estensioni del ginocchio ma, apparentemente, non sembravano esserci differenze biomeccaniche nei movimenti del ginocchio sul piano sagittale in persone con ITBFS e nei controlli asintomatici.

 

Segni e Sintomi

Generalmente il pazienta si presenta con un dolore sull’aspetto laterale del ginocchio aggravato da corsa o bicicletta. Il dolore insorge generalmente sempre allo stesso minutaggio o chilometraggio. Fattori che lo possono aggravare sono la corsa in collina (alti e bassi), corsa su superfici irregolari.

All’esaminazione ritroveremo tenderness sopra all’epicondilo femorale laterale (2-3 cm sopra alla rima articolare laterale del ginocchio); potrebbero essere presenti crepitio e gonfiore locale; il dolore è riprodotto da flesso-estensioni ripetute; l’Ober test è positivo e mostra rigidità e retrazione del TFL; la rigidità della ITB alla palpazione potrebbe derivare dall’eccesso di tensione nel grande gluteo, nel TFL o nel vasto laterale.

Comprensione delle cause

Gli approcci tradizionali di intervento teso a modificare l’alterazione di tensione del tratto ileotibiale o della muscolatura dell’anca potrebbero non portare a degli outcomes positivi e ad aumentare le forze di compressione intorno all’epicondilo femorale laterale.

Il fatto che non siano presenti differenze biomeccaniche nei movimenti sul piano sagittale del ginocchio in persone con ITBFS e in asintomatici fa pensare che altri piani di movimento dovrebbero essere indagati: ad esempio un aumento di rotazione tibiale interna può aumentare le forze di pressione sull’epicondilo femorale laterale.

La patomeccanica di questa sindrome è complessa e può interessare diversi segmenti della catena cinetica tra cui la rotazione interna della tibia la quale può dipendere da un aumentata adduzione o rotazione interna dell’anca, da un ginocchio valgo o da una tendenza del piede in eccessiva pronazione.

Considerare anche che un aumento del movimento in adduzione o rotazione interna dell’anca, richiede un eccessivo lavoro degli abduttori dell’anca e dei rotatori esterni aumentando cosi le tensioni sulla ITB.

Corridori con ITBFS possono mostrare una debolezza evidente degli abduttori dell’anca dal lato interessato e diminuita capacità di controllare il movimento in contrazione eccentrica degli stessi. Inoltre, i pazienti che presentano ITBFS presentano generalmente una debolezza sia in flessione che in estensione di ginocchio e una riduzione delle forze di freno.

Infine, il feedback neurale proveniente dal dolore potrebbe inibire gli abduttori dell’anca al fine di ridurre le forze di compressione ma creando un circolo vizioso (poiché crea squilibri muscolari e modifica negativamente la biomeccanica). Quanto detto sopra può determinare un’eccessiva pressione intorno all’epicondilo femorale laterale e condurre allo sviluppo di ITBFS.

 

Possibili fattori preventivi

Tra le azioni preventive che si possono mettere in pratica per evitare una problematica di questo tipo ci sono:

  • Il monitoraggio dei carich
  • Degli esercizi per la correzione della biomeccanica
  • L’evitare cambi repentini nel volume, intensità, tipo di superficie negli allenamenti
  • Usare e controllare sempre le scarpe utilizzate per lo sport (che devono essere adeguate per il tipo di attività che si svolge)
  • Dopo una riabilitazione, il ritorno all’attività dovrebbe essere graduale e il ritorno alla corsa dovrebbe seguire i principi generali di graduale progressione.
  • Si dovrebbero controllare, ad intervalli di tempo prestabiliti, i livelli di mobilità dell’anca, la biomeccanica della corsa e i livelli di forza che potrebbero aiutare a prevenire altre ricadute

Management e trattamento

Il trattamento dovrebbe essere mirato all’alleviamento dei sintomi locali ma è importante indirizzarlo anche alla correzione delle disfunzioni biomeccaniche a livello di piede/caviglia e anca al fine di garantire risultati a lungo termine.

Il trattamento locale include crioterapia, onde d’urto, laser. L’uso di FANS aiuterebbe a diminuire il dolore e consentire lo svolgimento degli esercizi; non sembrerebbero essere utili le infiltrazioni, nonostante i positivi risultati a breve termine.

Il trattamento manuale dovrebbe essere mirato alle disfunzioni ritrovate ed in particolare alla riduzione della tensione della ITB.

È valido anche il trattamento con il foam roller in questa regione laterale della coscia.

È stato riportato che anche lo stretching ha la sua validità, non perché riduce la tensione della ITB (viste le sue importanti inserzioni lungo l’intero femore tramite i setti intermuscolari laterali) ma perché riduce la tensione del TFL e del grande gluteo.

Il trattamento manuale dovrebbe essere indirizzato anche a queste 2 strutture muscolari: TFL e grande gluteo e a volte, visto l’importante spessore di queste masse muscolari, sarebbe utile trattarli tramite dry needling.

Una parte importante del trattamento è ricoperta dal rinforzo muscolare, in particolare degli abduttori e dei rotatori esterni dell’anca, al fine di correggerne l’eventuale debolezza e ridurne la faticabilità. Chiaramente il rinforzo dovrebbe essere indirizzato a tutte le strutture muscolari che risultano sbilanciate in fase di valutazione, rispetto all’arto sano o rispetto ad una popolazione di riferimento.

L’approccio chirurgico andrebbe preso in considerazione solo nei casi resistenti al trattamento conservativo. Se il paziente presenta un dolore associato al grande trocantere è consigliato il rilasciamento della ITB; mentre se il dolore è solo al ginocchio, i chirurghi generalmente eseguono un approccio diretto in maniera artroscopica per sistemare il tessuto locale.

In fase di trattamento manuale, bisogna porre sempre attenzione ai movimenti di rotazione del ginocchio da valutare in posizione prona: restrizioni in rotazione interna, dovuti spesso anche a tensioni del bicipite femorale o del tibiale anteriore, potrebbero essere alla base della problematica dolorosa percepita sulla regione laterale del ginocchio.

E tu come intervieni in questa condizione? Fammelo sapere nei commenti e confrontiamoci!

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