Utilizzo del blood flow restriction (BFR) in riabilitazione

INTRODUZIONE

L’interesse nell’utilizzo del Blood Flow Restriction (BFR) come strumento di riabilitazione clinica sta crescendo sempre più negli ultimi anni, data la praticità che questa modalità di training può offrire in ambito clinico.

 

COS’E’ IL BFR TRAINING?

Definito anche Vascular Occlusion Training, il Blood Flow Restriction è stato concepito per la prima volta dal sollevatore di pesi giapponese Yoshiaki Sato nel 1966, che ha dedicato gran parte della sua vita alla promozione e allo sviluppo di questa pratica. Il Blood Flow Restriction Traning si concretizza nella somministrazione di esercizi a basso carico, cioè con una resistenza tarata tra il 20% ed il 40% di 1 ripetizione massimale (RM), durante l’applicazione di una cuffia gonfiabile o di un laccio emostatico attorno ad un arto (prossimalmente rispetto ai muscoli target), che limita l’afflusso di sangue da e verso i muscoli che si contraggono. Il BFR limita parzialmente il ritorno del sangue venoso (sangue carente di ossigeno che scorre dagli arti al cuore), e ciò fa sì che i muscoli lavorino ancora di più per pompare il sangue al cuore. A livello cellulare locale, questo effetto produce un disturbo dell’omeostasi: bassi livelli di ossigeno nelle cellule muscolari e altri cambiamenti fanno affaticare rapidamente i muscoli, proprio come succede durante un pesante allenamento. L’applicazione del BFR impedisce il ritorno venoso, mantenendo però quello arterioso invariato. Così facendo si va a creare un accumulo di sangue all’interno del muscolo senza mai interrompere completamente il flusso sanguigno. Questa pratica prevede momenti di allenamento (in cui la circolazione del sangue è rallentata) a momenti di riposo (in cui la circolazione segue il suo normale corso).

 

PERCHE’ SI UTILIZZA?

Per ottenere ipertrofia muscolare e aumento di forza è necessario utilizzare carichi di esercizio elevati (almeno circa il 70% di una ripetizione massimale). Alcune ricerche hanno però dimostrato che l’allenamento a basso carico fino al cedimento può stimolare l’ipertrofia muscolare in maniera quasi paragonabile all’allenamento con alti carichi. Questa scoperta torna utile nel campo della riabilitazione muscolo-scheletrica, in cui l’utilizzo del BFR può fornire una strategia alternativa per massimizzare l’ipertrofia quando per i pazienti non è tollerato lo stress meccanico derivante dall’utilizzo di carichi pesanti. L’allenamento tramite BFR provoca infatti un minor danno muscolare, e perciò trova applicazione in una grande fetta di popolazione che può comprendere popolazione in età avanzata, per contrastare la perdita di massa muscolare migliorando quindi la funzione e la sintomatologia (soprattutto legata a contesti dolorosi dovuti all’osteoartrosi), e popolazione post-operatoria, per attenuare l’atrofia da disuso e limitare i cali funzionali della forza muscolare dovuti all’immobilizzazione.

 

COME FUNZIONA?

Si ipotizza che l’utilizzo del BFR generi un ambiente muscolare ischemico e ipossico. Ciò porta ad alti livelli di stress metabolico, insieme alla tensione meccanica quando il BFR viene utilizzato in associazione all’esercizio. Infatti, sia lo stress metabolico che la tensione meccanica sono considerati fattori primari di ipertrofia, che attivano anche altri meccanismi per l’induzione della crescita muscolare. Limitare l’apporto di ossigeno nei muscoli obbliga il corpo a reclutare fibre muscolari veloci che, normalmente vengono usate solo in caso di intensità molto elevate. Ciò significa che il corpo ha bisogno di uno sforzo maggiore per lavorare, tanto che anche durante un allenamento meno intenso, gli esercizi diventano più difficili perché c’è più affaticamento.


ALCUNI PARAMETRI PER IL SUO UTILIZZO…

Tipicamente questo metodo di allenamento è associato ad attività fisica con un range di intensità tra il 20 e 30% per 1RM. Gli adattamenti all’attività fisica svolta con BFR dipendono da diversi fattori e sono:

  • la pressione dell’occlusione (parziale, totale)
  • il tipo di occlusione (intermittente, continua)
  • l’intensità dell’esercizio (bassa, moderata, alta)
  • il volume degli esercizi svolti con BFR.

La quantità di pressione richiesta per diminuire l’afflusso sanguigno ad un arto è largamente determinata dall’ampiezza del manicotto applicato all’arto: un manicotto più largo richiede una pressione minore, a causa dell’area maggiore sulla quale la pressione è applicata. Vi sono manicotti che hanno superfici che vanno dai 3 ai 18 cm. Impostare due manicotti di diversa grandezza alla stessa pressione può produrre effetti completamente differenti. Per quanto riguarda l’efficacia della pressione da utilizzare, dalla letteratura scientifica si raccomanda un range tra 40 e l’80% di AOP (Arterial Occlusion Pressure).

Il volume di lavoro suggerito per ottenere adattamenti sufficienti nella maggior parte delle persone è di 75 ripetizioni distribuite in 4 set (30, 15, 15, 15). Anche lavorare a cedimento è un’alternativa, ma potrebbe non essere sempre necessario. Si suggerisce di lavorare tra il 20 e 40% 1RM in combinazione con il BFR, in quanto questo range è sufficiente a produrre gli stimoli necessari. Una frequenza di 1-2 volte al giorno può essere usata nel caso di programmazioni brevi; sarebbero ideali invece, per programmazioni normali, 2-3 sessioni a settimana.

 

UTILIZZI ED EFFETTI

Gli effetti positivi in termini di guadagno di ipertrofia e forza, ottenuti attraverso il BFR, sono stati osservati in varie popolazioni, come soggetti clinici, persone fisicamente attive e atleti agonisti. Negli atleti agonisti in particolare si sono visti miglioramenti anche delle abilità specifiche relative ad una determinata disciplina sportiva. Per quelle discipline nella quale la forza è fondamentale, è stato dimostrato che l’allenamento con la restrizione del flusso sanguigno aumenta la quantità massima che un atleta può sollevare di circa il 6-19%. Ciò accade perché questo allenamento aumenta la quantità di proteine utilizzate dal corpo, e le proteine sono necessarie per lo sviluppo dei muscoli e della forza. Il Blood Flow Restriction Training offre molti vantaggi anche agli atleti cha lavorano con l’endurance e la resistenza. È stato infatti dimostrato che l’uso di questa pratica durante un allenamento di resistenza (come ad esempio la corsa, il nuoto o la bicicletta) porta il corpo a sviluppare vasi sanguigni aggiuntivi. È lo stress sui vasi sanguigni che alla fine aiuta l’organismo a svilupparne di nuovi. Più vasi sanguigni significa più sangue ricco di ossigeno che va ai muscoli, che a sua volta è necessario per il recupero e per le prestazioni.

 

ATTENZIONE!

Attenzione però: ci sono potenziali rischi associati all’uso di questa pratica, soprattutto se non viene eseguita correttamente. Se il BFR viene eseguito senza un’attrezzatura e una guida adeguate, possono esserci danni permanenti ai muscoli e ai vasi sanguigni. Più specificamente, va fatta attenzione alla larghezza del bracciale, all’eventuale esagerata pressione del laccio emostatico e al posizionamento del bracciale stesso. Tutto ciò può causare complicazioni, inclusi danni ai tessuti, intorpidimento (da lesioni ai nervi) e dolore. È sempre necessario, e fortemente consigliato, consultare il proprio medico o un operatore sanitario qualificato, come un fisioterapista, prima di intraprendere questa pratica di allenamento.

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